L’Apparizione

  

BREVE STORIA DELLA BASELLA
Quando si parla della Basella di Urgnano viene subito in mente ad ogni bergamasco quel fatto memorabile nella tradizione che ricorda un luogo benedetto da Dio con l’avvenimento dell’apparizione della Vergine santissima in mezzo a noi.
L’apparizione della Basella viene riferita nella terra bergamasca come la prima apparizione in ordine temporale della Madonna. Questa borgata prima di questo avvenimento era un luogo dimenticato: il su

o nome anticamente stava ad indicare una fetta di terra del territorio urgnanese molto bassa rispetto all’altra, infatti frequenti in quel luogo erano le esondazioni del fiume Serio che spesso con il suo impeto straripava, portando via case, cascinali e primordiali costruzioni dell’antica epoca medievale.

Ecco che allora in una terra così provata, avviene una vicenda storica del tutto straordinaria: l’apparizione, il giorno 8 di aprile del 1356, della Madonna con Gesù bambino ad una ragazza di quindici anni di nome Marina di Urgnano, figlia di Pietro soprannominato il Casone. Fu così che questo territorio si elevò con la rinascita di un nuovo spirito di fede che ridonò speranza a molte persone di quel martoriato secolo.
La pergamena dell’apparizione descrive le vicende di questa ragazza che, alzatasi di buon’ora la mattina dell’ 8 aprile e vedendo la campagna così ricoperta da una eccezionale brinata dovuta alla gelata della notte, decise di dirigersi verso il terreno del padre situato appunto in località Basella.

Durante il suo cammino, alla vista della scena di distruzione che la brina aveva provocato mettendo così a repentaglio il raccolto di lino, pianse amaramente.
Arrivata in prossimità del suo campo le apparve una nobile signora la quale, rincuorandola, le preannunciò un’annata favorevole per il raccolto.
Nell’udire questo Marina le chiese chi fosse lei per predire il buon esito del raccolto, ma la nobile signora la invitò a ripresentarsi nello stesso luogo nove giorni più tardi e che solo allora le avrebbe spiegato tutto.

Venne l’alba del 17 aprile e Marina di buon mattino si presentò all’appuntamento. Poco ebbe da aspettare la nobile signora che le comparve dinnanzi sempre con il Bambino Gesù: le comunicò di essere la madre di Dio, li apparsa per la consolazione di tutti e quindi le rivelò che, sotto quel terreno dove si trovavano, vi erano i ruderi di un’antica chiesa a lei dedicata secoli prima.

La vergine Maria prese tre pietre e le collocò nel punto indicato, invitando Marina a rendere noto ai suoi compaesani l’accaduto al fine che venisse costruita in quel luogo una nuova chiesa a lei dedicata.

Furono ancora una volta le persone di buona volontà a prendere pale e picconi ed a scavare in quel luogo indicato, anche se vi era molta diffidenza sulla verità dell’accaduto e le stesse autorità del tempo si manifestarono restie a credere al racconto della giovane Marina.

La povera ragazza venne interrogata più volte ma, quando i primi ruderi vennero riportati alla luce, non vi furono più dubbi e si iniziò la costruzione del nuovo santuario.
Da li fu un susseguirsi di pellegrinaggi e guarigioni: nel corso di quegli anni visitarono il santuario, vegliando e pregando con la presenza anche della stessa Marina, i Visconti signori di Milano .
A memoria di una di queste visite rimane un affresco all’interno della chiesa che si può ancora oggi ammirare situato sopra lo porta di accesso alla sacrestia.
Bartolomeo Colleoni poi, un secolo dopo, oltre a potenziare la chiesetta divenuta ormai piccola per la grande quantità di devoti che vi accorreva, fece costruire a lato anche un convento dato in gestione ai padri Domenicani.

Il condottiero era tanto devoto alla Vergine Maria e a quel luogo di pace che vi fece seppellire, nel coro dietro l’altare, l’adorata figlia Medea morta giovanissima nel 1474, incaricando di erigere un monumento sepolcrale il grande scultore Amadeo.
I padri Domenicani alla Basella si dedicarono in tutta tranquillità al servizio del santuario, sotto la protezione della Repubblica Veneta, che per più di tre secoli esercitò nei loro confronti una vera e propria tutela, fino a quando, nel 1784, un decreto ne stabilì la soppressione: questo influirà in maniera decisiva sulla momentanea decadenza del santuario.
Dopo la soppressione dei Domenicani i Conti Martinengo Colleoni fecero valere i diritti loro spettanti, quali discendenti del grande capitano Bartolomeo Colleoni e, dopo varie vicissitudini legali, essi riuscirono ad ottenere ragione.

Alcuni anni dopo però gli stessi vendettero chiesa e convento alla famiglia Venini di Milano dando inizio ad un periodo di incomprensioni e di decadenza che coinvolsero anche la parrocchia, fino a quando il parroco di Urgnano don Marco Calvi ,nel 1875, acquistò la proprietà del santuario.
La stipulazione di questo contratto segnò una nuova era nella storia del luogo di culto e l’intraprendente parroco promosse anche i necessari restauri dopo anni di abbandono.

Il progetto venne affidato all’architetto Calò e, in quegli anni, venne pure realizzato il gruppo dell’apparizione opera del noto scultore bergamasco Luigi Carrara.
Nel 1920 il santuario della Basella e soprattutto il convento vede l’arrivo dei Padri Passionisti e, proprio grazie anche al loro apporto di collaborazione con la Parrocchia di Urgnano, rinasce una crescita culturale e religiosa legata a manifestazioni di fede e di pratica religiosa, che scaturiranno poi nella grande cerimonia dell’Incoronazione, avvenuta tra grandi festeggiamenti il giorno 8 settembre 1921 sul sagrato della prepositurale di Urgnano quando il cardinale La Fontaine posò la corona d’oro sul capo della Madonna e poi del bambino alla presenza di migliaia di persone le quali, non avendo più posto nella piazza gremitissima, erano salite anche sui tetti limitrofi alla stessa.
Da allora puntualmente si festeggiano questi avvenimenti negli anniversari canonici, e, come tradizione vuole, nel giorno del lunedì dopo la S. Pasqua (Lunedì dell’Angelo) viene ricordato l’evento delle apparizioni di quell’aprile del 1356 con una processione solenne che dalla parrocchiale si snoda verso la frazione dove, durante tutto il giorno, avvengono le cerimonie religiose per ricordare e invocare aiuto e protezione dalle vicissitudini terrene.
Anche oggi quindi, in questo momento della storia segnato dalla pandemia, dal materialismo e dal cosiddetto progresso che, spesso e volentieri dimentica i valori della fede, la Vergine Santa là sotto in quella cripta del santuario ci ricorda che l’unica via per la salvezza passa da lei e da suo figlio Gesù.

 

Sono 3 le Feste principali nelle quali si ricordano: le due apparizioni della Madonna (8 aprile, che viene celebrata sempre il lunedì dopo Pasqua e il 17 aprile) e l’incoronazione della Madonna avvenuta nel 1921 (8 settembre).